By Luca Folliero
È già da qualche anno ormai che la pesistica sta vivendo una seconda giovinezza. Non so bene se il merito sia della pubblicità del Crossfit, della diffusione dei social network o di cos’altro, ma è sotto gli occhi di tutti che il numero di praticanti sia aumentato, molto aumentato. Per farvi capire, là dove ad una qualificazione regionale, nel 2012, si era in poche decine di atleti in tutta la gara, si è arrivati oggi ad avere decine di persone in una singola categoria. Ma è tutto oro quel che luccica?
L’aumento del numero di appassionanti si è scontrato inevitabilmente col fatto che, in Italia, la pesistica è uno sport di nicchia, poco conosciuto e diffuso. Una grande differenza rispetto ai paesi dell’est Europa ad esempio, dove il sollevamento pesi è invece da sempre uno sport nazionale (più in passato che ora a dire la verità), un vero e proprio fenomeno di massa che ha visto uno sviluppo incredibile, anche a livello accademico. Lì, colui che si vuole avvicinare a questo sport troverà praticamente sempre una palestra attrezzata ed un allenatore competente. Purtroppo in Italia questo non c’è: esistono ottimi centri di eccellenza, che sfornano campioni su campioni, ma anche palestre dove la pesistica è arrivata con il contagocce e, diciamolo, regna un po’ di ignoranza. C’è una distribuzione di competenze a macchia di leopardo. È naturale quindi che in un ambiente del genere dove mancano figure fisiche (cioè bravi allenatori) di riferimento e l’informazione pullula sul web, si sviluppi il fai da te. Io non credo sia necessariamente un male, ma la considero più che altro una spia del fatto che la richiesta sovrasta l’offerta.
Ora, lo sappiamo tutti: la pesistica olimpica non è zumba (con tutto il rispetto per chi fa zumba), non è un’attività ricreativa “della domenica”, è uno sport completo e complesso che ha bisogno di un lungo periodo di apprendistato. Certo, sotto la guida di un bravo tecnico si migliora prima e meglio ma, in assenza di questo, si può fare anche da soli? La mia risposta è: perché no? Il problema però diventa allora: come fare?
Una risorsa importante che viene da internet sono i video: Hoogrip e Allthingsgym ne fanno di bellissimi, in alta definizione e al rallentatore, capaci di mostrare tutti i particolari di un’alzata. Ma solo se si sa dove guardare. E qui nasce il vero problema: se non si sa dove guardare, se non si è in grado di capire un’alzata, di capire il perché di un determinato gesto piuttosto che un altro, si rischia di cadere nel più grande errore del principiante fai da te, la copia. Dire “faccio così perché lo fa Ilya Ilyn” o “faccio questo esercizio perché lo fanno i cinesi” è sbagliato. Fare la spinta in accosciata alla Lu Xiaojun o alla Tian Tao, è una stupidata, si tratta di una variazione sul tema così peculiare che solo in pochissimi al mondo riescono a renderla efficace ed efficiente e, mi dispiace, ma se non siete i cinesi che ho citato prima, ci sono pochissimissimissime probabilità che questo sia il gesto che fa per voi.
Quindi va benissimo trarre “ispirazione” dai video, osservare come diversi atleti e diverse scuole abbiano diverse strategie per riuscire a portare il bilanciere sopra la testa, meno bene scimmiottarli.
Siete principianti fai da te? Dovete spendere tempo più che semplicemente a vedere video a cercare capirli, a comprendere le ragioni di un dato gesto, solo così potrete adattarlo proficuamente a voi. Badate bene però, è un processo lungo, fatto anche di tentativi, che però a mio modo di vedere è anche altamente formativo se compiuto con la giusta testa.
Certo è che se volete un risultato garantito in tempi stretti, la miglior cosa da fare rimane quella di contattare un bravo allenatore. Se lo trovate…